RUSINA

Rusina, quando appare, è sospesa, morta. Ottantatré anni e, si direbbe, non sentirli. Una valida ragione per ripercorrerli adoperando episodicamente l’ironia, quella semplicità che è trasparenza, ove inevitabile il dolore. Un’altalena di vicende eternate dalla memoria, nelle fessure delle quali il teatro si permette di infilare qualche sogno. Ché il “come sarebbe stato se” acconcia…